Attaccamento eccessivo alle ricchezze,
senza volersene separare per alcun motivo
Avarizia: s. f. [dal lat. avaritia, der. di avarus «avaro»].
Desiderio di possedere e conservare denaro, beni o oggetti
di valore per sé stessi in quantità di molto maggiori a quanto necessario per la sopravvivenza o per una vita comoda.
L'avaro ha un eccessivo ritegno nello spendere e nel donare,
il valore che attribuisce a ciò che possiede è smisurato e supera qualunque altro valore: conta quindi semplicemente l'avere piuttosto che il fruire di ciò che si ha, il tenere per sé piuttosto che
il dare. A differenza dell'avidità che si incentra sull'accrescimento del proprio possesso, l'avarizia si incentra invece sulla conservazione meticolosa di ciò che già si possiede.
La frenesia dell'avaro lo porta a rivestirsi di tutto, a non lasciare niente agli altri per il suo solo vantaggio. Ma il premio dell'avaro
è un illusione: egli diventa schiavo delle sue stesse ricchezze
e perde la sua libertà, poiché giunge a subordinarsi ai suoi
stessi possedimenti modificando di conseguenza
ogni aspetto della sua vita.